Beatles 1. Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967)

Ancora appresso ai Beatles sto, nonostante siano preistoria, nonostante Scaruffi li stronchi senza pietà, o forse proprio per questo (lapidario: “L’arrivo dei Beatles rappresento` il salvagente per la middle-class bianca, terrorizzata all’idea che il rock and roll rappresentasse una vera rivoluzione di costume“: insomma, infami servi dei padroni).
Mi decurto qualche caffè e me li vado a comprare nella collezione da edicola… stavolta voglio pure il White Album, pure Love Me Do e quelle castronerie beat per ragazzine sixties, me li voglio ascoltare e coccolare come orsacchiotti dato che i vinili sono ormai chissà dove, sfrigolanti e consumati.
Gente che si faceva di allucinogeni e ottima musica, grupies e filosofia orientale, che anticipano il garage, il rock rock anni Settanta, il prog, macchine mitopoietiche che incontrano Syd Barrett ai parties e tra un Martini e una conquista parlano di Universo e Amore. Cavolo, che epoca i Sixties, certe volte penso che darei un braccio per tornare nella Swinging London o al Cavern di Liverpool, poi mi ricordo che c’erano pure Fanfani e Nilla Pizzi e l’effetto nostalgia svanisce come neve al sole. Meglio concentrarci sulla musica.

Ora son passati 50 anni 50 e le celebrazioni portano ristampe e le ristampe me le ritrovo sotto casa, in edicola con il quotidiano.

E vabbè, 9 e 90 per Sgt. Pepper etc etc, taglio qualcuno dei caffè che mi reggono in piedi e vado alla ricerca di Musica Superiore e questi quattro gran vastàsi mi regalano un intro da favola, coi corettini e gli ottoni che fan prot prot (gli ottoni, signori miei, gli ottoni!) con un McCartney che ancora si ricordava come si canta, che Noel Gallagher si venderebbe pure sua nonna per avere certi acuti. C’è pure il dixieland (When I’m Sixty Four), il fun pop (Fixing a hole). i cani che abbaiano e la conseguente psichedelia (Lovely Rita, Good Morning, davvero deliranti), lo psicodramma (She’s leaving home: ma levati che stiamo meglio senza!) i puri cieli della metafisica (Lucy in the sky with Diamonds: spiegatemi i “cieli di marmellata” senza parlare di allucinogeni, vi sfido).
Alla faccia di Scaruffi, 9 euri e novanta mai così ben spesi! e lunedì prossimo vai con Abbey Road.

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