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Out segnala: Le Capre a Sonagli
di Gaia Zangla
Quando la vita ti chiude una porta in faccia ci sono Le Capre…
Ben Ritrovati, oggi mi piacerebbe farvi conoscere, per chi non li conoscesse già, una band torbida e sconvolgente… In senso buono. Sono Le Capre a Sonagli, definita come stoner folk soprattutto per l’ultimo lavoro dove hanno lavorato con Tommaso Colliva per rielaborare soprattutto la parte cantata dei brani. Hanno aperto band grandiose come i Verdena e partecipato ad eventi di alto spessore. Non gli ultimi stronzi, insomma.
Ma basta parlare di cose frivole, parliamo di musica: musicalmente sono un’esplosione nera che ti forza ad amare i suoni deformi e grotteschi… Per non menzionare il chorus che impiegano per la voce il quale globalizza il tutto e lo amplifica. Quello che mi fa impazzire totalmente è il fatto che usino di TUTTO per i suoni: dalle altalene, catene ai piatti rotti, e la cosa più figa è che riesce perfettamente nell’intento. “Il Fauno” è, personalmente, l’album che consiglio per un primo ascolto dato che contiene quanto vi ho descritto.
Detto ciò, mi rifaccio al titolo e concludo dicendo che dopo giornate snervanti, queste canzoni contengono un non so che, unico nel suo genere, che raggruppano tutta la rabbia che vi ha logorato a lungo e la trasforma in forza di reagire. Determinate sensazioni servono se non si vuol diventare dei vegetali schiavi del cattivo umore.
Hanno sparlato di noi