Recensione: Giovanni Peli, “Specie di Spazi” (EP 2014)

specie_di_spazi_coverAbbiamo conosciuto Giovanni Peli come cantautore fondamentalmente eterodosso, come poeta legato invece alla tradizione novecentesca e acuto ricercatore di striature logico-linguistiche inconsuete e pregne. Ce lo ritroviamo di nuovo come autore di un pregevolissimo EP che segna un punto di svolta e di continuità (Peli come contenitore di coerenza e contraddizioni, indice di ricerca e gravida insoddisfazione).
dal punto di vista dei testi prevale la continuità, lo “stile” (uso il termine in modo solo indicativo: la concretizzazione della forma in “stile” molto spesso mette in luce solo gli stilemi in continuità e non ciò che proteiformemente muta, e noi mutiamo in maniera quasi caleidoscopica). La forma musicale è il punto di novità più rilevane: Peli electropop stupisce per delicatezza appunto pop, sottolineando con venature di nostalgia anni ’90 le tematiche della lontananza, i simboli e le nostalgie (“Distanze”), l’ambiguo senso dell’amore come compresenza di noia e speranza (“Fiore”), i luoghi iconici (“Berlino”).

Continua il viaggio dell’autore bresciano fra i percorsi delle se parole, poco adatte al compromesso della comunicazione a tutti i costi e che ci sfidano in una sorta di gara di consapevolezza pop, di poesia che esce dalla parola scritta e prova a conglomerarsi ai suoni. Esperimento riuscito, tappa feconda.

SITO UFFICIALE: http://www.giovannipeli.it/2014/03/specie-di-spazi/

LINK SPOTIFY: http://open.spotify.com/album/18JXJXvGCjYXxmqv7NdySI

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