Recensione: Aidan, “The relation between brain and behaviour” (2013)

cover Aidan

by DOOM

La musica dei padovani Aidan non è semplice da ascoltare. Il trio sforna il nuovissimo ‘The Relation between Brain and Behaviour’, lavoro di sludge/post-doom-psichedelico, interamente strumentale e dall’umore mostoso e apocalittico che si sviluppa lungo sette tracce di musica fortemente atmosferica e anche piuttosto avvincente. Esordio cazzuto questo concept album, incentrato su un fatto di cronaca avvenuto nell’800 in America, la storia del macabro incidente accaduta all’operaio Phineas Gage: nel 1848, in seguito ad un incidente, una barra di metallo gli si conficcò nel cranio e gli distrusse una parte del lobo frontale sinistro. Phineas sopravvisse per miracolo all’accaduto, ma la sua personalità mutò drasticamente. In sintesi, è un concept sulla storia dell’operaio.
Ritorniamo alla musica. Lavoro fortemente influenzato da Black Sabbath, Melvins, Torche, Isis, Cult Of Luna, Sleep e qualcosa anche dei Pink Floyd. La brevità dei pezzi aiuta sicuramente a non renderli troppo indigesti, sicuramente l’aggiunta di una voce renderebbe il tutto più digeribile. Produzione ovattata, fangosa come la miglior scuola sludge made in sud degli Stati Uniti insegna. Al mastering troviamo il guru James Plotkin (Khanate, Scorn, Flux, Old) produttore degli ambienti più doom, più drone, più opprimenti in circolazione. Che dire: spariamoci questo viaggio nei meandri più oscuri e complessi dell’essere umano. Le premesse per un ottimo futuro musicale ci sono tutte, basta un pizzico di maturità e personalità in più. Teniamoli d’occhio ed orecchio.

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